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Call For Innovation - Il Genova Blue District cerca soluzioni sostenibili per il mare
CONTESTO
Nel giugno 2023, per la prima volta nella storia della regata, avremo la The Ocean Race, The Grand Finale, nel mediterraneo, a Genova.
A Genova si sta lavorando perché questo evento planetario possa essere una leva per generare idee, innovazione, prodotti, servizi, nuove attività di impresa, capaci di misurarsi con l’utilizzazione sostenibile del mare favorendone al contempo la vivibilità, accessibilità e fruibilità per tutti.
Il percorso verso The Ocean Race, Genova The Grand Finale 2023 sarà accompagnato da iniziative per dare visibilità alle proposte ed alla cultura di innovazione sostenibile legata agli sport del mare. Durante i 10 giorni della The Ocean Race, Genova The Grand Finale, sarà organizzato, un Innovation Village, per mostrare e far fare esperienza delle soluzioni sostenibili individuate.
LA CALL
L’avviso “Verso The Ocean Race - Call For Innovation, lo sport nella Blue Economy” è finalizzato alla ricerca, applicazione e diffusione di soluzioni sostenibili nella cornice dei valori dell’iniziativa The Ocean Race e degli sport del mare. È emesso da Job Centre SRL, società a socio unico Comune di Genova, soggetto gestore del Genova Blue District e soggetto attuatore del progetto. L’iniziativa è sviluppata in collaborazione con il team di The Ocean Race e prevede il supporto tecnico di I3P - Incubatore del Politecnico di Torino - S.C.p.A. ed il supporto delle Fondazioni Compagnia di San Paolo e Carige.
La finalità specifica di questo avviso è identificare per poi sostenere soluzioni tecnologiche o modelli di business rispondenti alle sfide strategiche e di impatto sulla sostenibilità, in grado di proporsi come efficaci e ad alta capacità innovativa e dimostrabilità, in grado cioè, durante l’Innovation Village, di supportare e rendere tangibili, come esperienza, sia lato business che lato visitatori e cittadini, le ricadute concrete dell’innovazione di prodotto o di processo proposta.
La cornice di riferimento e la leva su cui si agisce è quella della consapevolezza e della propensione alla sostenibilità, nonché dei valori inclusivi e di pari opportunità, che lo sport in genere -e gli sport nautici e gli sport d’acqua, nonché le attività ludico ricreative a contatto con il mare, in particolare- sono capaci di generare.
Si cercano soluzioni abilitanti per l’accesso e l’uso ottimale alle risorse, la partecipazione degli sportivi alla salvaguardia e ripristino dell’ambiente, l’uso di energie rinnovabili e la riduzione dell’impatto dei materiali utilizzati.
Una particolare attenzione è richiesta all’integrabilità, ai sistemi aperti e open data ed alla sostenibilità economica. Inoltre, verrà dato particolare peso a chi saprà proporre nel proprio progetto un impatto a medio-lungo termine a beneficio del territorio locale.
IL CONTRIBUTO
Le soluzioni possono essere portate da start up o PMI innovative, che riceveranno un contributo da 40.000 a 200.000 euro. Ai proponenti si chiede un piano di attività dimostrative, che sarà poi messo a punto durante la fase di assistenza ed armonizzato con l’agenda ed il layout dell’Innovation Village. Ogni proponente dovrà proporre il modo di utilizzare l’evento per raggiungere partner, investitori, mercati e per far realizzare esperienze di innovazione sostenibile ai visitatori.
SCADENZA 4 SETTEMBRE 2022
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PATENT BOX: LO STRUMENTO GIUSTO PER AIUTARE L’INNOVAZIONE ITALIANA
Il sistema produttivo italiano, che pure vanta aziende di rilievo europeo ed internazionale (Leonardo, ENI, Fincantieri ecc.), è di fatto basato su una miriade di piccole e medie imprese, ben organizzate e molto competitive, che fanno ricerca mentre creano impresa.
Queste ultime, chiamate spesso dagli addetti ai lavori “multinazionali tascabili”, sono PMI capillarmente diffuse su tutto il territorio nazionale, profondamente radicate e con una forte propulsione innovativa, che le porta spesso a competere con concorrenti anche internazionali. La loro forza risiede non solo nel prodotto di qualità, core dell’azienda, ma nell’abilità ad individuare velocemente soluzioni innovative per posizionarsi con successo sui mercati target di riferimento.
Se ciò fotografa lo stato dell’arte dell’imprenditoria italiana, il patent box ha rappresentato, fin dal suo esordio, lo strumento ideale per fornire il giusto supporto a questa tipologia di medie e piccole imprese, che investe in ricerca e sviluppo ma soprattutto ha l’abilità di portare a valore il proprio know how dal quale crea ricchezza.
Fino al 2021, grazie alla legge 190/2014 istitutiva del cosiddetto regime del patent box, alle aziende che investivano in innovazione e che inserivano nel proprio patrimonio determinati beni intangibili (es. software copyright, brevetti, invenzioni ecc.) era consentito godere di un significativo vantaggio fiscale, calcolato sugli utili realizzati grazie agli intagible assets. Ma col decreto legge 146/2021, che all’art. 6 introduce la “semplificazione della disciplina del patent box” in realtà ci troviamo di fronte all’abrogazione del regime del patent box e non alla sua semplificazione. Infatti, quando nel comma 5 leggiamo “…per maggiorazione del 110% si intende la percentuale da applicare alle SPESE sostenute per lo sviluppo, l’accrescimento, il mantenimento, la protezione e lo sfruttamento dei beni materiali agevolabili ai fini della determinazione della variazione in diminuzione del reddito imponibile e del valore della produzione netta”, notiamo che il focus passa dagli utili ai costi. Ciò significa che l’innovazione non è più valutata in base ai risultati effettivamente ottenuti, bensì in relazione agli investimenti (SPESE) effettuati. In questo modo, è del tutto evidente che il nuovo patent box si trasforma e diventa una misura agevolante per le grandi imprese, che stanziano a bilancio ingenti capitali da investire nel settore R&D, a discapito delle PMI Innovative che potevano godere di una tassazione agevolata sugli utili maturati, frutto della ricerca.
Il nuovo decreto legge, dunque, penalizza il tessuto produttivo italiano, già prostrato da una pesante tassazione, dalla scarsità di strumenti infrastrutturali e dall’ingombrante burocrazia del nostro Paese. Alla luce di tutto ciò, quale potrebbe essere una efficace proposta da presentare al Governo? Quale la miglior soluzione? Il Sistema delle Imprese potrebbe predisporre e condividere un documento emendativo nel quale affiancare la prima versione del patent box, migliorata negli aspetti operativi e di applicabilità, e la nuova versione armonizzata con gli incentivi già previsti a sostegno degli investimenti effettuati per Ricerca e Sviluppo. In questo modo, le aziende potrebbero avvalersi di due strumenti di tassazione agevolata, diversi e complementari, utili per incrementare la ricerca e premiare gli utili di fatturato.
Cristina Biasizzo
Operations Manager & External Relations – Bio4Dreams