Il 13 marzo 2024 rimarrà impressa come una data storica per la Comunità Europea. Viene fatta la votazione finale dei membri del Parlamento Europeo per la prima legge sull’intelligenza artificiale la cui entrata in vigore viene fissata per il mese successivo.
Un lavoro lungo, per cui sono stati necessari 3 anni: la prima proposta della Commissione è infatti datata aprile 2021; a questa sono poi seguite e posizioni del Consiglio e del Parlamento rispettivamente a dicembre 2022 e a giugno 2023. Nasce così, a marzo 2024, con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astenuti l’Artificial Intelligence Act, il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, il primo a livello mondiale.
Ora, a poco meno di un anno e mezzo dall’entrata vigore del testo, è stato compiuto un altro passo cruciale: il 2 agosto 2025 sono state attuate alcune disposizioni che risulteranno essere pienamente efficaci entro il 2026. L’applicazione del testo è stata graduale: le prime regole sono risultate operative a partire da febbraio 2025.
Fra queste disposizioni da evidenziare è sicuramente quella che riguarda l’alfabetizzazione in materia di intelligenza artificiale.
- Alfabetizzazione in materia IA: l’AI literacy
A partire dal 2 febbraio 2025, è entrato in vigore un nuovo obbligo per tutte le imprese che sviluppano o utilizzano sistemi di intelligenza artificiale: garantire una formazione adeguata al proprio personale. Questo requisito nasce dalla necessità di assicurare che i lavoratori siano in grado di prendere decisioni informate e consapevoli quando interagiscono con sistemi di intelligenza artificiale, sia in fase di sviluppo che di utilizzo. La formazione deve quindi fornire conoscenze fondamentali, come la comprensione degli elementi tecnici di un sistema AI o la corretta interpretazione degli output generati.
Il concetto di alfabetizzazione sull’intelligenza artificiale, noto anche come “AI literacy”, riguarda non solo chi sviluppa i sistemi, ma anche chi li utilizza o ne supervisiona l’adozione all’interno delle imprese.
Nonostante l’obbligo formativo, l’AI Act lascia una certa libertà alle imprese per quanto riguarda contenuti e modalità della formazione. Non esistono, infatti, regole rigide su cosa insegnare o su come organizzare i corsi. La Commissione Europea, tuttavia, ha pubblicato un documento con le indicazioni minime che il programma di AI literacy dovrebbe rispettare per essere considerato conforme al regolamento.
Tra i contenuti minimi richiesti rientrano la comprensione generale dell’intelligenza artificiale nel contesto dell’organizzazione, il ruolo e le responsabilità dei lavoratori coinvolti, e il livello di rischio associato ai sistemi AI utilizzati, in linea con la classificazione prevista dall’AI Act.
È quindi fondamentale che la formazione includa elementi giuridici, etici e di governance, incoraggiando un approccio consapevole e responsabile all’uso di queste tecnologie.
La formazione può essere differenziata in base alle funzioni aziendali e al grado di interazione dei lavoratori con l’IA.
Non è richiesto il rilascio di una certificazione ufficiale per attestare l’avvenuta formazione; è sufficiente che l’azienda tenga traccia dell’attività formativa attraverso un registro interno che documenti i corsi svolti e le relative modalità.
L’obbligo riguarda un’ampia platea di imprese, dalle microimprese alle multinazionali. È sufficiente, per esempio, che un dipendente utilizzi una piattaforma di intelligenza artificiale anche solo per tradurre testi, affinché scatti l’obbligo formativo previsto dal regolamento. Questo sottolinea l’importanza crescente dell’AI literacy come competenza trasversale e necessaria nel panorama lavorativo europeo.
- Verso la Conformità all’AI Act: il ruolo dell’AI Pact
L’AI Pact è un’iniziativa volontaria promossa dalla Commissione Europea per supportare le organizzazioni nel prepararsi in anticipo all’attuazione del Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale.
Attraverso questo Patto, le organizzazioni firmatarie condividono pubblicamente le azioni e le buone pratiche che stanno adottando in vista della futura applicazione del regolamento.
Queste vengono raccolte e aggiornate periodicamente dalla Commissione, creando così un repertorio utile di esperienze concrete e impegni volontari. L’archivio conta, ad oggi, circa 30 percorsi che sono stati ordinati in base al livello di implementazione e che sono state realizzate principalmente da grandi imprese.
Le aziende che adottano le pratiche pubblicate nell’ambito dell’AI Pact devono essere consapevoli che ciò non garantisce automaticamente la conformità ai requisiti legali previsti dall’AI Act.
- L’aggiornamento della normativa del 2 agosto 2025
Il 2 agosto ha segnato, inoltre, un passaggio cruciale per l’attuazione del regolamento dell’Intelligenza Artificiale in quanto, oltre alla designazione delle autorità nazionali competenti, scattano nuovi obblighi per i fornitori di modelli di intelligenza artificiale di uso generale.
Le società, dalle più piccole alle più grandi, devono attivarsi per essere preparati in caso di controlli, che potrebbero diventare man mano più stringenti e sanzioni che si prevede diverranno sempre più gravose.
Ad oggi, infatti, le sanzioni previste possono raggiungere i 35 milioni di euro o il 7% del fatturato nei casi più gravi: le PMI e le startup risultano beneficiare di una riduzione proporzionale alla dimensione della società ma non saranno esenti.
Le imprese hanno circa un anno di tempo per essere conformi a quanto riportato nell’AI Act in quanto è prevista per il 2 agosto 2026 la piena presa di potere sanzionatorio e di vigilanza da parte della Commissione europea.
In allegato il regolamento completo.