Le protesi hanno accompagnato la storia dell’uomo per secoli, inizialmente come strumenti rudimentali destinati a sostituire un arto perduto. Oggi, grazie ai progressi della biomeccatronica e delle neuroscienze, non si parla più soltanto di sostituzione, ma di integrazione.
Le protesi biotech sono dispositivi che “dialogano” con il corpo, interpretano i segnali nervosi e muscolari e restituiscono movimenti sempre più naturali sino ad arrivare a modelli sperimentali che riescono persino a restituire sensazioni tattili, avvicinando l’esperienza dell’utente a quella di un arto biologico
Il ruolo della biomeccatronica
Una scienza che ha dato un contributo fondamentale è stata la biomeccatronica; disciplina che unisce meccanica, elettronica e informatica per creare sistemi capaci di imitare la complessità del corpo umano permettendo alle protesi moderne di non essere più strutture rigide, ma dispositivi dinamici.
Un esempio è rappresentato dalle protesi di caviglia e ginocchio che sono dotate di sistemi propulsivi:piccoli motori che riproducono la spinta naturale dell’articolazione, rendendo la camminata più fluida e riducendo lo sforzo sull’arto sano. Un approccio che non solo migliora la mobilità, ma contribuisce a prevenire complicazioni ortopediche a lungo termine.
Intelligenza artificiale e personalizzazione
Un passo decisivo è stato compiuto con l’introduzione dell’intelligenza artificiale: gli algoritmi di AI analizzano dati clinici, immagini radiologiche e parametri biomeccanici per progettare protesi su misura.
Nel caso delle protesi di ginocchio, questo significa creare impianti che rispettano la morfologia individuale e riproducono la biomeccanica naturale, riducendo il rischio di usura precoce e aumentando la stabilità. Elemento cardine è sicuramente la personalizzazione, perché ogni corpo è unico e ogni protesi deve adattarsi non solo alla struttura fisica, ma anche allo stile di vita della persona.
Chirurgia robotica: precisione e recupero
Accanto all’AI, la chirurgia robotica ha rivoluzionato le modalità di impianto: i sistemi robotici, infatti, danno la possibilità di andare a pianificare l’intervento con modelli tridimensionali e di eseguire tagli e posizionamenti con una precisione millimetrica riducendo il trauma ai tessuti, accorciando i tempi di recupero e migliorando la durata della protesi.
La combinazione tra robotica e intelligenza artificiale segna un nuovo standard nella chirurgia ortopedica, dove la tecnologia diventa alleata del chirurgo e del paziente.
Verso la “natural bionics” e il design "umano centrico"
Il futuro guarda oltre la funzionalità meccanica. La ricerca si concentra sulla cosiddetta “natural bionics”, ovvero protesi bidirezionali che non solo eseguono movimenti su comando, ma restituiscono sensazioni come pressione, temperatura e consistenza; ma non è più solo una questione tecnologica. Sta emergendo un nuovo paradigma progettuale: il design umano centrico.
Le protesi non sono pensate soltanto per funzionare meglio, ma per integrarsi nella vita quotidiana, rispettando estetica, comfort e percezione individuale. Questo significa considerare l’esperienza complessiva della persona, dalla facilità di utilizzo alla naturalezza dei movimenti, fino all’aspetto visivo.
Una protesi diventa così non un dispositivo estraneo, ma parte integrante dell’identità di chi la indossa: ci sono aziende che hanno fatto di questo la loro missione, tra cui anche Ars Bionica che, dopo oltre dieci anni di ricerca, sviluppa protesi robotiche per arti superiori e inferiori che combinano controllo naturale, affidabilità e semplicità d’uso.
E proprio di Ars Bionica avremo con noi, venerdì 28 a partire dalle ore 8.00, il COO, Simone Traverso che ci racconterà come è avvenuta, e come sta tutt’ora avvenendo, questa meravigliosa rivoluzione nell’ambito delle protesi
Iscrizioni tramite EVENTBRITE ➡️ https://lnkd.in/dUGG7Yiq
La sala sarà aperta dalle 7.30 per caffè e focaccia;

