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La nuova frontiera del commercio: l’evoluzione dell’influencer marketing

Da quelle “ante litteram” come Coco Chanel e Audrey Hepburn, che incantarono il mondo con il loro stile sobrio ma moderno, sino ad arrivare alle sorelle D’Amelio, divenute celebrità a livello globale grazie ai loro profili TikTok da più di 50 milioni di follower, la figura dell’influencer, negli anni, si è prepotentemente inserita all’interno del mondo del commercio e, di conseguenza, del marketing, portando alla nascita del cosiddetto “Influencer Marketing”.


Una forma di comunicazione che vede alla base di tutto una collaborazione tra brand e persone influenti (gli “influencer”, appunto) con l’obiettivo di promuovere prodotti, servizi o, talvolta, anche valori e ideali (come nel caso di Greta Thunberg).
Una pubblicità a tutti gli effetti, ma con una grande differenza: l’influencer marketing si fonda sulla relazione di fiducia che l’utente detiene con la figura dall’altra parte dello schermo, sia essa una personalità nativa digitale oppure una celebrità tradizionale che ha “espanso” la propria notorietà anche sulle piattaforme web.
Certo, non tutti gli influencer sono uguali: non è solo una questione di argomenti trattati o di origine, ma di numeri. Esiste una rigida classificazione di queste figure in base al numero di follower e, dunque, alla celebrità: si va dai nano influencer, con community piccole da meno di 10.000 utenti sino ai mega influencer, con un’esposizione mediatica enorme e profili da oltre 1 milione di follower.


Perché l’influencer marketing funziona?


Prima dell’era digitale, la pubblicità televisiva era il cuore pulsante della comunicazione commerciale. Spot da 30 o 60 secondi, invadevano le case con jingle memorabili, slogan incisivi e immagini evocative. Il messaggio era diretto, unidirezionale, pensato per colpire lo spettatore nel momento giusto.


Oggi le cose sono nettamente cambiate: l’influencer marketing sfrutta principalmente meccanismi psicologici e sociali la fiducia in primis, come già detto, ma non solo.A convincere gli utenti sono anche l’autenticità e l’engagement: i messaggi che arrivano dai social sono, o per meglio dire sembrano, spontanei e genuini. La figura dall’altra parte dello schermo appare come un amico che consiglia un certo prodotto, e non un “promoter”.


La spontaneità è solo apparente, in realtà: affinché tutto funzioni (ovvero, affinché l’utente giunga ad acquistare il prodotto consigliato) serve una strategia efficace e ben studiata. Gli obiettivi devono essere chiari e ben definiti, il messaggio coerente e la scelta dell’influencer corretta.
Quest’ultima risulta essere la decisione principale, fondamentale: la domanda che il brand deve porsi, infatti, è

“A chi voglio arrivare? Qual è il target a cui mi rivolgo?”

e, in base a questo, scegliere la persona più giusta.


La fusione tra il mondo del commercio e quello dei social ha portato a una nuova integrazione: la nascita della parte “shop” delle varie piattaforme social.
Sempre più utenti scoprono, valutano e acquistano prodotti direttamente dai loro feed, grazie all’integrazione di funzionalità di shop che trasformano l’esperienza utente in un percorso fluido tra contenuto e consumo.


Da Social a Shop

Instagram Shop, ad esempio, consente ai brand di vendere prodotti direttamente dai post, dai reel e dalle stories, offrendo vetrine personalizzate e un checkout integrato. Facebook Shop, invece, permette la creazione di e-commerce completi all’interno delle pagine aziendali, con cataloghi collegabili a piattaforme esterne come Shopify o WooCommerce.
Anche Pinterest ha abbracciato il social commerce, permettendo agli utenti di acquistare prodotti dai Pin, mentre YouTube consente ai creator di taggare articoli nei video e nelle dirette, integrando il tutto con partner come Shopify. Persino WhatsApp Business, pur non essendo uno shop tradizionale, offre cataloghi e ordini via chat, diventando uno strumento prezioso per piccole imprese e negozi locali.


E TikTok?


TikTok Shop rappresenta una delle novità più potenti in assoluto. Ma per sapere il perché… vi aspettiamo venerdì 3 ottobre al 252 Coffeetech!
Avremo con noi l’amministratore delegato di CFactor, il dott. Carlo Casarico, che ci racconterà dell’evoluzione del social da piattaforma di intrattenimento a e-commerce, e di come questa potrebbe essere l’inizio di una mutazione destinata ad espandersi a macchia d’olio.


Come sempre, l’appuntamento è presso la sede di Confindustria Genova, al sesto piano, nella sala del Consiglio, oppure da remoto alle ore 8.00 (la sala sarà aperta dalle 7.30 per caffè e focaccia).


Iscrizioni al link: https://COFFEETECH.08b600baac75a892df62747d3cc2624d-gdprlock